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Pruno e Volegno - Regole d'uso dei terreni comuni ed assicurazione delle vaccine

Vivere e frequentare un paese, un territorio, un ambiente, suscita non pochi interrogativi circa le trasformazioni e le modificazioni sopraggiunte.

I paesi della nostra montagna sono adesso immersi nel verde di selve abbandonate e di coltivi di cui bosco e sottobosco si sono inesorabilmente riappropriati.

Gli sporadici seminativi attirano l'attenzione: l'occhio legge il campo arato come un tappeto steso nel prato ed ammirandolo approva la rara e buona volontà dell'agricoltore.

Un tempo era il campo non violato dal vomere a stupire: toppa giallastra nell'ordinata teoria di pianelle degradanti sul pendio. Se non dissodato a causa di lutti, parenti e compaesani rimediavano con solidale cura per dare sollievo a vedove ed orfani.

Le carte di archivio danno sostanza alle congetture: terrilogi, statuti, catasti, regolamenti, verbali, estimi rivelano le dimensioni sociali, culturali e geografiche di un mondo che fu; una realtà che non è obsoleta per i valori che la informarono; misura e modello del contingente certificano la distanza ed invitano alla riappropriazione.

Il primo documento che ci offre materiale utile a rispondere ai nostri interrogativi è lo “Statuto di Pruno e Volegno” del 6 maggio del 1523, secondo l'indizione fiorentina, rogato per mano di ser Niccolò di Francesco di Modesto da Prato al presente Cavaliere del Magnifico Capitolo del Comune di Pietrasanta.

Lo strumento illustra eccellentemente la cultura da cui i beni comuni si originano e sostentano e le finalità a cui tendono.

Sei sono gli uomini “eletti e deputati dalli homini del Comune di Pruno e Volegnio a componere ovvero riformare li hordini di detto Comune per utilità e onore e diffensione di detto comune”.

Tre rappresentano Pruno: Iacopo di Francesco, Simone di Giovanni e Paolo di Cristoforo; tre rappresentano Volegnio: Antonio di Gian Salvatore, Bartolomeo di Antonio e Giovanni di Lunardo.

La prima regola che viene imposta riguarda il “Lavorare Le Festi”; i sei uomini, appena nominati, ordinano che qualsiasi uomo lavori nei giorni di festa comandati sia accusato e paghi bolognini quattro. A seguire si prescrive che ciascuna famiglia non manchi di accompagnare i morti alla Chiesa pena l'obbligo di pagare quattro bolognini.

Infine si passa a norme che rimandano nello specifico all'uso dei terreni: è fatto divieto di “Accettare porci forestieri” o di vicinante a pascolare nei terreni comuni; nel caso accadesse devono essere pagati dieci soldi al mese per porco; anche per le vaccine, i muli e gli asini, se bestie forestiere lasciate pascolare nei terreni comuni, sono formulati divieti e sanzioni in denaro; idem per le persone forestiere che raccolgano legna, erba e fieno. La chiamata in giudizio e le ammende riguardano anche gli abitanti di Pruno e Volegno che arrechino danni alle terre; sono dettagliate anche le modalità di tagliare o diramare o scorzare alberi o metterli in fuoco, di accendere fuochi per fare il carbone, di scorzare cerri o querce, di appropriarsi di piastroni, di rapportarsi correttamente agli officiali e questi ai sindaci. Di seguito si stabiliscono i salari, si regolano il pascolo a Mosceta e la bandita dell'Alpe, si fa divieto di buttare “bruttura alcuna” davanti casa propria ed altrui e nella strada comune, si obbliga a spendere per gli interventi comuni senza danno e dissipazione, si obbliga a tenere netti i condotti di acqua nel Casale, si determinano le cifre da pagare per attivare mulini, fucine, folli di panno e dazi per la costruzione di case e di capanne.

Gli articoli in cui si dipana il documento nulla tralasciano o trascurano; sono stesi in modo puntiglioso, spesso ricorretti e non organizzati con un filo logico, come se ogni prescrizione scaturisse dall'esperienza maturata sul campo.

Il secondo documento esaminato è del 22 ottobre 1916. Trecentoventitré sono gli anni che lo distanziano dal primo. Si tratta di processo verbale redatto dal Dottor Attilio Piccinini, Notaro in Seravezza, iscritto presso il collegio notarile dei distretti riuniti di Lucca e Castelnuovo in Garfagnana. La formula di apertura invoca Vittorio Emanuele Terzo, Re d'Italia per grazia di Dio e per volontà della Nazione. Nella sala della Compagnia del SS. Sacramento annessa alla Chiesa Parrocchiale alle ore dieci e trenta si riunisce la Commissione dei Beni Comunali di Pruno e Volegno, convocata a seguito della morte del Mandatario generale signor Innocenzo Iacomini, per deliberare le dimissioni presentate dai componenti e proporre ed approvare un nuovo Statuto o Regolamento.

Il capitolo I riguarda la consistenza dei beni comunali e stabilisce la sede della Comunità nel villaggio di Pruno; il capitolo II tratta dell'amministrazione; il capitolo II stabilisce le regole delle adunanze e delle votazioni, compaiono citati i ruoli di Camarlingo e Segretario.

Ad attirare l'attenzione è un altro documento, originalissimo, quasi coevo allo Statuto ed al Regolamento. Si tratta del Ruolo delle vaccine degli anni 1911 e 12 della società mutua d'assicurazione di Pruno, Volegno e Cardoso.

Statuto e Regolamento dei Beni Comuni e Ruolo delle vaccine sono ispirati da un'identica consapevolezza della dimensione comunitaria, capace di organizzarsi in corale risposta per far fronteggiare difficoltà e bisogni.

Trentanove sono le vaccine assicurate; di ognuna di esse si indica se si trova presso i proprietari o il tenutario e si specificano età e colore del mantello: mora, scura, bianca, martolata, brinata, rossa.

Scopo dell'assicurazione: mettere al riparo la famiglia, proprietaria della bestia, da un irreparabile danno economico nel caso di una perdita - quella dell'animale - essenziale al sostentamento.

Il latte, bevuto e trasformato in ricotta, burro e formaggio assicurava un prezioso contributo alla nutrizione, accompagnando cibi a base di farina di castagne, segale, granturco, ortaggi ed erbi.

La carne era imbandita di rado: per le feste grandi e in caso di laboriose convalescenze. Non ultima risorsa, il letame con cui concimare gli orti per rendere più abbondante il raccolto.

Anche i sentieri recano traccia indiretta delle attenzioni e cure riservate alle mucche. Quelli percorsi per la transumanza all'alpe, nei tratti più rischiosi, sono fiancheggiati da fitte siepi di bosso, pianta resistente ed elastica, adatta a contenere ed attutire improvvidi scivolamenti. Gradito era ed è alle mucche strappare e ruminare rametti di bosso, gustoso viatico ovino.

Nell'alpeggio era la stalla a farle da regina: ampia, con la mangiatoia capiente, minute finestrelle per arieggiare, talora una croce scolpita sulla soglia ad invocare protezione e benedizioni.

Le famiglie che nei mesi estivi si trasferivano all'alpeggio per badare alle mucche, si ammassavano in poche stanze, più piccole delle stalle e dei fienili che contenevano le scorte per l'inverno.

A Ranocchiaia, proprio nella casa sul Fosso di Triccella, adesso mia, la camera da letto per il folto nugolo della prole Guidi-Silicani, era un breve sottotetto; vi si accedeva da una scala volante appoggiata alla finestrella dall'esterno, identica a quella su per la quale le galline, al calar della sera, vengono spinte nel pollaio. Nella stanza di sotto campeggiava il letto matrimoniale, destinato ad accogliere il sonno della coppia di adulti che, a turno, lo occupava. Il lettone conviveva con il focolare e le scansie, assente il tavolo. Il buon Dio ha fornito gli umani di gambe articolate: ottimi sostegni, da seduti, per il piatto di minestra.

La descrizione del contesto ambientale, la personalizzazione affettuosa delle mucche battezzate con nomi scelti con cura, danno la misura della considerazione in cui erano tenute; non stupisce dunque che, molto assennatamente e prudentemente, si fosse pensato ad assicurarle. Se danneggiate o perdute, i periti raggiungevano i luoghi e l'animale e, analizzato meticolosamente il caso, stabilivano la misura dell'indennizzo, dipendente dalle variabili dell'età e dalle circostanze dell'incidente.

Ritagli di vite vissute che i documenti fanno rivivere ed il paesaggio, per chi ha immaginazione e cuore, torna a popolarsi di presenze.

 

Anna Guidi

Commenti

27-06-2018 - 08:06:40
Lucia Adelina

Un bellissimo documentario sul passato ben scritto e dettagliato. Grazie Anna!

27-06-2018 - 09:06:25
Isabella Guidi

Pruno, il mio paese, e Volegno, prossimo e quasi gemello, sono stati esempi di grande organizzazione sociale e di solidarietà collettiva, come mostra l'articolo di Anna, che ringrazio.

27-06-2018 - 09:06:31
Francesca Lemori

Leggendo questo articolo che dalla legge spiega il modus vivendi di Pruno e Volegno mi torna in mente questa citazione di Cicerone: ”La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi”.
Grazie Anna con le tue parole sei riuscita a farmi fare un tuffo in un passato che ogni volta che si torna in quei luoghi ancora oggi respiriamo.

27-06-2018 - 14:06:13
Fabio Barsacchi

Storie di luoghi meravigliosi... Fotografie di paesaggi "senza tempo"... Questo significa avere passione: il voler raccontare un passato ancora "giovane"... Complimenti!

27-06-2018 - 18:06:26
Anna Romanov

Ho dei teneri ricordi di Pruno e Volegno, abitavamo in via Piastra Ritta, principale via di passaggio per tutti gli abitanti e durante le festività e la Messa della domenica. Gli abitanti erano molto accoglienti, umili, segnati dal duro lavoro, si svegliavano presto per andare a lavorare la terra e a pascolare il bestiame ( Olga, Ernesto, Erasmo, zaira, Quinto, Gloria, Alberto e tanti altri ancora ...). Poi la sera ci si recava a Volegno dove gli abitanti più anziani del posto che mi raccontavano le loro esperienze e come era la loro vita un tempo, il loro amore verso gli animali, la terra ed il rispetto verso di essa, dato che erano la loro ricchezza e la loro rendita.
Leggendo il tuo articolo, Anna, che è un raffinato studio di storia, ho appreso molte nuove realtà, per esempio " l'assicurazione delle vacche", una storia incredibile ma tanto preziosa, grazie Anna.

28-06-2018 - 09:06:22
Caterina Giannotti

HISTORIA MAGISTRA VITAE, ciò che siamo lo dobbiamo a chi ci ha preceduto. Grazie per queste parole, memorie, immagini che toccano le corde dell'anima!

28-06-2018 - 10:06:28
Giovanna Guidi

Pruno e Volegno: due paesi, un unico tessuto di solidarietà.
Solidarietà cristiana di cui dette testimonianza don Stefano Mazzucchi destinando , nel suo testamento del 1725, beni e sostanze per costituire la dote a tre fanciulle povere. Con questo atto seguì l'esempio di San Niccolò, patrono di Pruno e pose le premesse per la costituzione dell'Opera Pia Mazzucchi, ancora attiva. Ringrazio Anna delle sue ricerche storiche, che condivide e diffonde on line e a voce, a nome personale e dell'Opera Pia che presiedo.

29-06-2018 - 11:06:39
Fausto Tarabella

Anna il tuo lavoro storico sulla Comunità di Volegno e Pruno è un richiamo alla coscienza nostra e a quello che eravamo, ci pone davanti un interrogativo: cosa e chi siamo diventati?
Quei valori del rispetto della fatica e del lavoro si sono persi. Si regolava la vita collettiva in base all'esperienza e alla memoria storica. L'empirismo di quei tempi trovava ordinata e interiorizzata regola che tracciava in ognuno una condotta di vita naturale equilibrata. Oggi si è persa la memoria di noi stessi. Il modernismo ha compiuto quello che in Cina fù la Rivoluzione Culturale di Mao, anientati 3000 anni di storia e di tradizione cinese. I rusultati sono sotto gli occhi di tutti.
Considero pure vero che ritornare a quei modi antichi,oggi,non sia possibile. Non si mette vino nuovo in otri vecchi. Secolarizzazione,nichilismo e modernismo sono cancri dei nostri tempi.
Ritrovare la storia nostra è un buon inizio per un percorso di riflessione profonda su dove stiamo andando, le radici sono importanti. Con rammarico, Anna, sembra che la tua sia una "Voce che grida nel deserto" insieme ad altre voci, mi associo,nel mio piccolo a questo coro e ti ringrazio per lo spunto che ci hai offerto.
Con affetto e stima
FAUSTO TARABELLA

29-06-2018 - 18:06:27
Umberto Guidugli

Bella! Bella la ricerca storica. Bella la narrazione, sintesi di scienza e poesia. Tutto bello, come i luoghi che hanno ispirato i sentimenti e stimolato l'interesse culturale.

29-06-2018 - 23:06:01
Nadia Barsacchi

Siamo tutti il risultato di un passato. Conoscerlo e comprenderlo è fondamentale per capire chi siamo ed avere un progetto di futuro.
E questo è tanto più vero in un'epoca che sembra vivere solo di presente. La puntuale e appassionata ricostruzione storica effettuata con questo lavoro ci restituisce immagini e valori di una civiltà da cui abbiamo ancora tanto da imparare. Molto belle anche le foto. Complimenti, Anna.

30-06-2018 - 14:06:23
Antonella Salini

Brava Anna, come sempre hai fatto un'accurata ricerca storica e un'ottima esposizione. Mi hai fatto venire nostalgia del nostro territorio e quando si muovono le emozioni sai bene che vuol dire che si è raggiunto l'obiettivo.

30-06-2018 - 15:06:37
Brigida Pecchioli

Il viandante che scopre Pruno per la prima volta o chi ci torna dopo aver vissuto altrove non può che rimanere abbagliato dall’atmosfera magica del luogo.
Le vette che lo circondano e i ripidi declivi di un verde intenso infondono un senso profondo di pace .
Ogni volta che rivedo la vecchia casa materna tornano alla mente i racconti tramandati da generazioni che ascoltavo affascinata vicino a un fuoco allegro e scoppiettante.
Ma solo quando ti avventuri su per i vicoli ciottolosi fra quelle casette fitte uscite da una fiaba , puoi ascoltare i suoni della vita passata e immaginare il mondo descritto da Anna .
Pruno è il luogo della memoria che infonde serenità e quella leggerezza dell’anima che solo il cuore può custodire.

01-07-2018 - 10:07:40
Giovanni Borghini

Folgorati dal mito di un progresso dissennato, si è finito per ignorare un passato in cui appare ridicolo assicurare la mucca e non si riesce più ad assicurare l'automobile.

01-07-2018 - 13:07:30
Sabrina Saponaro

Trovo sempre interessante scoprire usi e notizie di questi luoghi che mi affascinano e che considero ricchi di vita.

01-07-2018 - 13:07:44
Simone Guadagnucci

Ricordo con affetto la gita scolastica a Pruno, non è banale trovare posti altrettanto belli. Sono posti che raccontano storie che vale la pena conoscere.

01-07-2018 - 13:07:54
calistri matteo

Pruno il mio paese , è sempre bello leggere i ricordi che la storia ci ha lasciato .
bravissima e complimenti Anna

03-07-2018 - 16:07:37
Anna Ricci Enrico Vangelisti

Grazie Anna per averci fatto scoprire molto della dura vita dei nostri antenati. Altri valori, altre priorità che debbono farci riflettere su ciò che siamo diventati.

03-07-2018 - 17:07:46
Roberto Natalini

Grazie mille per questo imponente lavoro, ma anche chi vive oggi in questi paesi non scherza!!!

03-07-2018 - 19:07:51
Graziano Leandra

Parole che diventano immagini .... immagini che si trasformano in parole ... raccontano di un passato lontano ma allo stesso tempo sempre attuale .... un articolo scritto con gli occhi e con il cuore da una persona speciale che ha vissuto e vive in questi luoghi incantari Brava Anna!

29-12-2021 - 09:13:14
Guidi Carlo

Grazie, bello scoprire di più sul nostro passato

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