Vicende e ambiti della parlata versiliese. Uno spunto per ricordare gli autori del vocabolario versiliese e per indagare sui confini della Versilia

Data: 03-06-2012
Luogo: Querceta, Sala “Rodolfo Cope di Valromita”

Relatore: Leopoldo BELLI

Il dialetto della Versilia, un articolo sulle caratteristiche della nostra parlata e dopo cinquanta anni da quello scritto Rodolfo Barberi, nel 1954, pubblicava una Raccolta di vocaboli versiliesi, seguito dopo due anni dal Cocci, della cui opera così si esprime il professor Clemente Merlo, altro insigne glottologo dell’Università di Pisa nel suo articolo Contributo alla conoscenza del tesoro lessicale versiliese pubblicato nel 1958: “Per l’uscita del Vocabolario versiliese di  Gilberto Cocci, nativo di Ripa Versilia, opera egregia, frutto di molti anni di silenziose fatiche, [...] dobbiamo essere grati all’Autore che, mosso da vivo amore per la terra natale, ha voluto raccoglierne e serbarne ai posteri il patrimonio lessicale. L’aver segnato l’accento dovunque ci fosse la possibilità di errore; l’aver sempre indicata la pronunzia delle vocali, ora aperte, ora chiuse e quella della sibilante “z”; l’aver notato le forme più notevoli dei verbi e sempre la prima o la terza persona dell’indicativo presente; l’avere aggiunto ai singoli lemmi, per chiarirne meglio il significato, frasi, modi di dire, proverbi, fanno del Vocabolario un utile strumento di lavoro che consente di conoscere appieno la ricchezza e bellezza della parlata di quella gente operosa, intelligente e arguta”. Infine, nel 1984, il Vocabolario del Cocci è stato ampliato da Silvio Belli con 39 pagine di integrazioni e aggiunte, compreso un gran numero di soprannomi, di nomi di località, corsi d’acqua e rilievi. Mentre lo scorso anno ricorreva il cinquantenario della scomparsa del Cocci, il corrente anno segna il centesimo anno dalla nascita di Silvio Belli. Questa conferenza, oltre a essere un doveroso ricordo di questi personaggi, vuole gettare una luce sull’indagine relativa al vernacolo versiliese ed ai suoi confini, per segnare l’inizio di una nuova maniera nel rapportarci alle nostre tradizioni e promuovere la costituzione di un “CENTRO DOCUMENTARIO DELLA STORIA E DELLE TRADIZIONI LOCALI” con l’apporto delle Associazioni Culturali del nostro territorio.

Cecco Frate sollecitato da Giosuè Carducci  avviò per primo nel 1859  la stesura di  un glossario versiliese che si fermòaiprimi vocaboli. Il glottologo Silvio Pieri scrisse poi nel 1904 II dialetto della Versilia. Un articolo sulle caratteristichedellanostra  parlata e dopo cinquanta anni da quello scritto Rodolfo Barberi, nel 1954, pubblicava una "Raccolta divocaboliversiliesi", seguito dopo due anni dal Cocci della cui opera così si esprime il professor Clemente Merlo, altroinsigneglottologo dell’Università di Pisa, nel suo articolo “Contributo alla conoscenza del tesoro lessicale versiliese”, pubblicato nel 1958.


Data: 00-00-0000

Vicende e ambiti della parlata versiliese

Leopoldo Belli (foto di Luigi Santini)
Il pubblico della Sala Cope (foto di Luigi Santini)
Leopoldo Belli e Enrico Baldi (foto di Luigi Santini)
Il pubblico della Sala Cope (foto di Luigi Santini)

 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
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