Le carte di archivio portano alla luce informazioni dirette ed indirette su luoghi, fatti e persone. La ricerca sul culto di Santa Maria Maddalena in Petrosciana mi ha fatto “incontrare” di nuovo più volte un personaggio significativo nella storia di Stazzema e della Toscana: l'ingegnere Agostino Silicani. Autore del terrilogio, documento fondamentale per lo studio delle vicende di Petrosciana, ha attirato la mia attenzione non solo per la bellezza del tratto e dei colori, per l'accuratezza delle informazioni ( verificate sul campo ), ma anche perché il suo nome risuonava familiare e ricorrente. Il “passa parola “ fra gli addetti ai lavori mi ha indirizzato ad un altro Silicani, Leonardo, che da anni si interesssa all'omonimo Agostino, al quale è legato da una parentela che risale alla fine del Seicento. Non poche delle notizie che ho raccolto le devo a lui. Agostino Nicola Silicani, figlio di Bartolomeo, nacque a Stazzema il 2 settembre 1736. Alessandro Bramanti nell' articolo “Una antica stamperia in Alta Versilia (1809-1826)” pubblicato su “Le Apuane - Rivista di cultura-storia-etnologia Massa-Uliveti anno di fondazione 1980, anno XIX novembre 1999” a proposito del Silicani riferisce: ” Studiò a Pisa, dove si laureò in 'Utroque iure' il 19 giugno 1764 con il professor Cesare Alberigo Borghi . Nel frattempo si era impratichito nell'arte delle livellazioni e della cartografia presso Giovanni Michele Pezzini sempre a Pisa e nello stesso 1764 si fregiò anche del titolo di 'ingegnere'. Fu autore di diversi scritti giuridici pubblicati a Massa nella tipografia Frediani fra il 1784 e il 1795. Ma di lui restano anche un “Trattato della geometria pubblicato a Lucca nel 1782 e uno sulle livellazioni ( 1784) nel quale entrò in polemica con il rivale Carlo Mazzoni, anch'egli originario dello stazzemese”. A proposito del rapporto con il Mazzoni, Vincenzo Santini a pag 384 del volume VII di Vicende storiche di Seravezza e Stazzema scrive: “ In quella villa [Stazzema]si trovava nel 1770 come Perito Ingegnere Antonio Silicani ( anzi Agostino ) , ma che era di grado assai inferiore al contemporaneo Carlo Mazzoni”. Giorgio Giannelli in “ Almanacco Versiliese IV “, tipografia Pezzini, 2010, riferisce che il Silicani fu perito ingegnere ed agrimensore anche, nel 1769, per conto del Governo Granducale con diploma della camera dei signori capitani di ponti ed uffiziali di fiumi di Firenze.
In quanto poeta fu membro dell'accademia degli Arcadi di Roma, di cui faceva parte anche il Metastasio, col nome di Persilio Lebaide. Assessore al Comune di Stazzema, tra i suoi elaborati cartografici vanno annoverate: la pianta del capitanato di Pietrasanta, ( 1768) e quella del confino giurisdizionale del vicariato di Pietrasanta con i Ducati di Massa e di Modena ( 1773) . Elaborati cartografici di Agostino Silicani sono attestati in vari fondi archivistici: sbozzo di pianta del confino giurisdizionale del vicariato di Pietrasanta col Ducato di Massa ed in parte col Ducato di Modena, visione del monte Castellina, pianta circondariale del Vicariato di Barga, pianta del castello di Filattiera, carta storica e territorio della Lunigiana centro-orientale. Una pianta del territorio fino alle radici dell'antica comunità di Stazzema, disegno a penna su carta telata, colorata e una dell'altra parte a levante del territorio, vennero eseguite nel 1777. In “La valle dei Marmi”, Piero Pierotti riferisce che gli interventi furono eseguiti “secondo le direttive di Agostino Silicani stabilite a Stazzema il 6 aprile 1771”. Nella relazione ( ASCP , filza n.14 cit.,cc. 1315r-1336 v. ) l'ingegner Silicani, oltre a giudicare tra le cause primarie dei danni provocati a questa via l' erosione delle acque, sottolineava anche la dipendenza del suo degrado dal transito dei carri che trasportavano il marmo. Questi, guidati per lo più da cittadini esteri che non si curavano della manutenzione viaria, col loro passaggio non rispettavano i confini del tracciato stradale e spesso danneggiavano le coordinate di derivazione delle acque. Affiora chiaramente nel testo del Silicani lo stile di amministratore del comune allorquando osserva che “Più ovvio parrebbe, massime per l'avvenire, il tassare talora si portasse ciascheduno pezzo di marmo di qualunque sorte, che si tragittasse con carri per detta strada una data porzione per distribuirsi proporzionalmente.”.
Numerose sono le Carte Silicani conservate nell'Archivio di Stato di Lucca. L'ingegnere notaio (esercitò in Pietrasanta), nel 1809, a settantatré anni, sostiene i figli Giovanni Bartolomeo, abate, e Luigi, geometra, che aprono, con il cugino don Giovanni Battista Bertoni , ( rettore di Farnocchia nel 1839 ) ed altri, una stamperia a Stazzema. L'iniziativa è di estremo interesse non soltanto per comprendere ed apprezzare fino in fondo l'indole del Silicani e della famiglia Silicani, ma anche per riconoscere il ruolo che Stazzema ricoprì in tempi difficili e in condizioni di quasi isolamento nel tenere alto il valore della cultura. La fonte è il citato articolo di Alessandro Bramanti. La stamperia è attiva dal 1809 al 1826 e il progetto va inquadrato nelle complesse vicende del territorio. Ad inizi Ottocento l'Alta Versilia non è certamente uno dei principali centri di progresso e di sviluppo del Granducato di Toscana, le numerose guerre e il blocco dei traffici durante la dominazione francese non hanno favorito il decollo di nuove iniziative; durante la dominazione napoleonica Stazzema divenne una “Mairie” del “Cantone” di Seravezza e continua a ricoprire un ruolo di cerniera fra la Versilia e la Garfagnana, in particolare con Barga. In questo contesto il 15 giugno del 1809 in Stazzema, il notaio Agostino Silicani stende l'atto secondo il quale i convenuti soci: Prete Don Felice Coli Cappellano Curato delle Mulina di Stazzema, Prete Don Giovanni Battista Bertoni di Stazzema, Filippo Mazzei di Stazzema e Giovanni Bartolomeo Silicani di Stazzema, addivengono “all'adozione di una oggi piccola stamperia , a spese eguali per ciascheduno dei sopradetti soci la quale debba e possa augmentarsi come da appresso, ed essendo già stata eretta la medesima consistente in caratteri “silvio” fusi nelle matrici Nannei di Firenze nella quantità da imprimersi pagine dodici di foglio in ottavo con più altra quantità di diverse lettere sopravanzanti di circa in tutte comprese le iniziali ed assortimenti di altre pagine quattro circa e più di un'assortimento (sic) di numeri arabi, di iniziali di tre qualità majuscole ed altri fregi, linee e contorni e più un piccolo saggio di silvio corsivo consistente nell'estenzione (sic) di una pagina in ottavo per ciascheduna specie e più un torchio con vite di legno e cassone di marmo ed altre tavolette ed annessi in quantità del valore in tutto di filippi ottantaquattro.”
Segue l'elenco delle condizioni che i soci devono rispettare: nessun altro potrà essere mai ammesso alla società; in caso di morte nessun erede avrà il diritto di succedere nella società; nessuno dei soci potrà stampare a nome della società cosa alcuna senza il consenso di tutti gli altri ( accollandosi tutte le spese come un qualsiasi cliente esterno nel caso persistesse nel voler stampare quanto non abbia ottenuto il consenso di tutti); di qualunque cosa venga stampata ne debba essere passata in regalo una copia a ciascun socio ed una copia debba restare nella stamperia; ogni anno si faccia il bilancio ed il tale occasione si rilevi nel lucro al netto il dieci per cento, somma da infondersi in nuovi carattteri; il lucro netto sia ripartito in parti uguali; viene inoltre fissato dettagliatamente l'onorario per il compositore Luigi Silicani ( che non compare fra i soci ). La specificazione del diritto di ogni socio di avere una copia di quanto si stampasse, conferma l'ipotesi che fosse stato tanto l'amore per la cultura quanto il desiderio di profitto economico a determinare i Silicani e soci all'impresa. Ad un anno e mezzo dalla stipula, l'abate Giovanni Bartolomeo Silicani, figlio di Agostino, muore a soli trenta anni di età. La società si scoglie ed il 20 marzo 1810 il Mairie di Stazzema, Tacchelli, approva la “Patente di Stampatore” rilasciata a Luigi Silicani che alterna l'attività di perito geometra a quella di stampatore.
L'elenco delle pubblicazioni fatte dalla stamperia dal 1808 al 1826 rivela una apprezzabile varietà di soggetti e di committenti, citandone alcune, a caso, è possibile apprezzare il successo dell'impresa: - Sonetti per il proposto di Barga, per la festa dei Dolori a Pietrasanta del 1810, per la Festa del Carmine a Farnocchia nel 1811, per la festa di san Luigi a Seravezza e a seguire di San Lorenzo, ordinati nel 1812, anno in cui sono stati stampati anche 300 libretti per la messa di Giovanni Battista Bertoni, uno dei soci fondatori, Salteri ed alfabeti per fanciulli, 400 copie di “Via Crucis “ e “Laudi a Maria Vergine”. Nel 1813, fra molto altro materiale, si stampa, in occasione della festa triennale del Nome di Maria Sempre Vergine in Stazzema, un sonetto dedicato al distinto merito del molto reverendo padre Giovanni Gianni, ex religioso agostiniano. Nell'agosto dello stesso anno 250 libretti dello Scherzo poetico “Amor Vendicato” guidano il canto in occasione del matrimonio di Lorenzo Salvi e Giulia Masini di Pietrasanta. Il 1814 è un anno proficuo: sono stampate, e l'elenco è parziale, 200 “Canzonette” per l'evacuazione della Toscana ordinata dal Battello, 100 librettini di “Considerazioni per la buona morte” a spese di Luigi Silicani, 200 copie di sonetti “Nel solenne battesimo della incomparabile Donatella Rebecca Enrichetta Montecorboli di nazione ebrea eseguita (sic) nel Duomo di Barga il dì IX settembre 1814 coi nomi di Maria Teresa Antonietta Menchi-Cardosi per essere stati padrini gl'illustrissimi signori Salvatore Menchi e Teresa Cardosi. Al distinto zeleo e generosa pietà di Pietro Menchi proposto e vicario foraneo di Barga e del dottor canonico Antonio Menchi non meno dei Signori benefattori dottor canonico Antonio Piacentini D.D.D.” Nel 1815 viene stampata un'opera che, da pag 60 in poi, è portata a termine dalla Tipografia Pieraccini di Pisa. “Metodo girevole per ben disporsi a confessarsi e comunicarsi diretto soltanto a quell'anime che dopo la confessione generale ben fatta aspirano alla cristiana perfezione dedicato al merito grande di sua eccellenza la signora Contessa Maria Isolani Boschetti di Modena composto da un religioso dei minori osservanti di San Francesco”. Nel 1816 entra in scena Sassi: si stampa infatti “ Istruzione pratica delle cose necessarie a sapersi da ogni Cristiano”, lavoro di 112 pagine composto dal sacerdote Eustachio Felice Coli, parroco di Sassi e dedicato ad Antonio Alloisi, sacerdote del medesimo paese. Il 21 giugno del 1818 a Seravezza si solennizza la festa di san Luigi Gonzaga e a Stazzema si stampa “un sonetto umiliato alla speciale devozione dell'Illustrissimo Francesco Fortini, Capitano Comandante della IIa Compagna dei Cacciatori Volontari delle Coste”. Seravezza è di nuovo fra i committenti dell'anno successivo per la fiera dei Becchi del 9, 10 e 11 settembre: l'avviso è firmato dal Gonfaloniere Avvocato Costanzo Rossetti.
Nel 1821 é il capitolo della collegiata di S.Martino di Pietrasanta a commissionare la “Tabula censoris chori “, nel 1823 si stampa “Il trionfo della costanza contro l'invidia”, dramma composto dall'abate Giuseppe Orsini in occasione delle faustissime nozze della nobil donna signora Luisa Angelini (Angiolini) col nobil' uomo (sic) Antonio Gherardi. Per inciso: le nozze della Signora Luisetta, che teneva salotti letterari-politici nella villa del Buon Riposo in Pozzi, furono celebrate nella Pieve di Vallecchia.Il 1826 “presso Luigi Silicani” vengono stampati: - due sonetti di Niccolò Polini e Giuseppe Santini dedicati “ All'indole bella e zelanti principj del novello oratore il sacerdote Don Giovanni Carducci asceso per la prima volta all'apostolico ministero della Chiesa Pievania della Cappella”, - due Sonetti acrostici scritti da P. Angelo Papera, Maestro di Rettorica nel Collegio delle Scuole Pie, con questa finalità:”Riaprendosi con devota pompa il tempio dell'insigne collegiata di San Martino in Pierasanta ristaurato e riabbellito e trasferendosi processionalmente la miracolosa immagine di Maria SS. Del Sole da Sant'Agostino alla suddetta chiesa sua primitiva sede.” La stamperia chiude nel 1826, Luigi, che è anche geometra del catasto, negli anni 1825-1826 stende una pianta di Pomezzana e compila la relazione sui contrasti con gli abitanti di Eglio e di Sassi causati dai ricercatori di neve versiliesi che scendevano abusivamente sul fondo della Borra di Canala, in zona di sovranità modenese. Anche il figlio di Luigi, Enrico Silicani, prosegue l'attività degli avi ed è Operaio della Propositura di Santa Maria di Stazzema. Giulio, uno dei suoi quattro figli, continua l'attività di famiglia di perito geometra. Una sua erede, Maria, si sposa con Agostino Pocai, medico condotto del comune di Stazzema nel 1905. Si può ben affermare, senza tema di essere smentiti, che i Silicani di Stazzema brillarono per ingegno, imprenditorialità e cultura.
Morì il 27 luglio 1824 e fu sepolto nel cimitero della Pieve di Santa Maria Assunta di Stazzema.
Anna Guidi
Scarica il sonetto di Agostino Silicani dedicato a sua figlia Rosanna Silicani (formato PDF)
17-03-2018 - 10:03:32 Non posso che essere fiero, di Agostino, ma anche di te Anna Guidi... non è facile sintetizzare un mondo, a cavallo tra il 700 e l’800, specialmente dove personaggi e vicende si intrecciano con grande rilievo storico e scientifico. Agostino ha fatto tanto per la sua Stazzema e per il territorio versiliese in genere... tanto che mi viene un rigurgito di orgoglio in più, non aggiungendo altro a cio che esaurientemente ha scritto Anna, rigurdi a quanto ognuno di noi possa dare di più e meglio. Alla Cultura, all’Umanesimo, alla Società Civile... dobbiamo dare di più... e me lo dico personalmente tante volte, perché è dentro di noi lo stimolo a far meglio, ma la cifra culturale necessaria ad elevare un paese la trovi solo se con tanti sacrificio ti occupi, altrettanto personalmente, delle cose e del bene comune. Grazie Anna... e grazie all’Istituto Storico. |
21-03-2018 - 23:03:09 Ad integrazione di quanto detto su Agostino Silicani riporto quanto ho trovato nel libro "Nuova raccolta dei più celebri ed eccellenti sonetti italiani d'ogni secolo ... ," stampato a Venezia nel 1863 in nota a un sonetto composto dal Silicani e dedicato alla sua figlia Rosanna (1774-1826) in occasione della vestizione a monaca (suor Teresa Maddalena) nel convento di Barga. |
22-03-2018 - 06:57:00 Ringrazio Leonardo Silicani per l'integrazione. |
05-02-2020 - 20:02:10 È bello vedere qualcuno che si interessa ad Agostino Silicani, ma è più bello quando un autore cita le fonti da dove attinge le notizie..... a onor del vero |
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