L'antico sito archeominerario di Calcaferro

Data: 26-07-2008
Luogo: Argentiera, Parco di Villa Moresco

Relatore: Elisa Gabrielli, Manuela Coppedè, Donatella Graziani, Sergio Mancini, Giuseppe Vezzoni

L’antico sito di Calcaferro, situato lungo il Canale della Radice, forma insieme a Carbonaia e Culerchia il tessuto urbano della frazione delle Mulina (Stazzema). Le miniere di Calcaferro costituiscono un’area di giacimenti di minerali di ferro sfruttata probabilmente già nel corso del Medioevo, soddisfacendo il locale fabbisogno di ferriere, distendini e chioderie di cui è nota una attività di forte rilievo nell’economia della Versilia del XVI-XIX secolo. Tra gli autori più noti, il naturalista Giovanni Targioni Tozzetti, nel 1773, parla delle miniere di "vetriuolo" alle Mulina, in quel periodo tuttavia inattive. È solo a partire dalla fine dell’Ottocento che, per volere dell’ingegnere minerario Frederic Blanchard, già responsabile delle miniere del Bottino, venne intrapreso lo scavo di brevi gallerie di ricerca per saggiare la potenzialità del giacimento e tentare nuove coltivazioni. Le miniere, dove si estraevano soprattutto ossidi di ferro, limonite, pirite e magnetite, minerali utilizzati per attività siderurgiche e chimiche, furono gestite nel corso del tempo e fino ai primi anni Novanta del secolo scorso, anche se l’attività estrattiva si era già praticamente conclusa da circa venti anni, da varie società tra le quali Sama, Scia ed Edem. La vita sociale ed economica delle popolazione delle Mulina, e delle limitrofe frazioni (Farnocchia, Pontestazzemese, Stazzema) come testimoniano fonti orali e documentarie, ruotava significativamente, già a partire dalla metà dell’Ottocento, non solo attorno allo sfruttamento della ricchezza del sottosuolo, ma anche alle attività ad essa inevitabilmente connesse: polverifici e miccifici. Se numerosi furono gli uomini che trovarono occupazione nelle miniere e nei polverifici, le donne, oltre ad essere talvolta impiegate nella cernita dei minerali, furono invece in maniera più consistente dedite ad attività legate al confezionamento della polvere pirica adoperata e commercializzata per uso personale (caccia) e come esplodente per l’estrazione del marmo nelle vicine cave. Questo incontro vuole essere il punto di partenza e un aiuto per uno studio più approfondito ed attento di Calcaferro, per salvaguardare le gallerie minerarie e gli edifici industriali (molti dei quali conservano al loro interno i macchinari dell’epoca) tuttora esistenti e valorizzare questa importante testimonianza di connubio tra industria, ambiente e territorio con la speranza di farla diventare il centro propulsore di un futuro "parco archeologico minerario".


 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
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