Gli opifici del torrente Lombricese e fiume di Camaiore

Data: 02-08-2008
Luogo: Argentiera, Parco di Villa Moresco

Relatore: Luca Santini

La ricerca, condotta dal Gruppo Archeologico Camaiore, limitata al periodo compreso fra il XIIII ed il XIX secolo, ha interessato l’area del Bacino del torrente Lombricese e fiume di Camaiore, ovvero l’area del Comune di Camaiore comprendente le frazioni di Casoli, Metato, Lombrici, Vado, Camaiore centro e periferia fino a ridosso di Capezzano. Il territorio preso in esame è posto prevalentemente a nord-ovest del territorio di Camaiore e si estende dalle vette apuane del Monte Prana e Monte Matanna fin verso il mare. Su questa ampia area geografica, ad iniziare dal 1293, anno in cui viene citato il primo molino in località Onda, furono costruiti una serie di opifici: molini, frantoi, ferriere, pastifici e polverifici, in tutto 51 opifici, necessari per la trasformazione dei prodotti agricoli o per la fabbricazione di pasta alimentare, attrezzi metallici e polvere pirica. La nascita e l’aumento di questi impianti produttivi trova giusta corrispondenza ad ogni incremento demografico, a cui conseguentemente si rendeva necessaria una maggiore produzione agricola, per la quale si doveva provvedere alla costruzione di nuovi impianti di trasformazione. Nel territorio preso in esame, si evidenziano sin dall’altomedioevo le produzioni cerealicole e della farina di castagne, mentre quelle olivicole si diffusero maggiormente, come prodotto alimentare, ad iniziare dal XIV secolo e, di pari passo, si riscontra la nascita dei primi frantoi. Soprattutto l’impianto olivicolo trovò un terreno fertile sui rilievi collinari, talvolta aspri e sassosi, che si estendevano, e a tutt’oggi si estendono sotto gli abitati di Metato, Casoli, Greppolungo, Montebello e Santa Lucia. Diversamente, la produzione dei cereali raramente si insinuava a ridosso del territorio montano e maggiormente si praticava nella seppur limitata piana camaiorese posta verso mare, un tempo sgombra dagli insediamenti umani. Legati alle attività degli opifici camaioresi, non possiamo dimenticare gli strumenti tanto necessari al lavoro agricolo, così tanto che essi richiesero la costruzione della prima ferriera in località alla Fabbrica che i documenti ne provano l’esistenza già sul finire del XV secolo. Dobbiamo però attendere diversi secoli prima di veder sorgere l’altra ferriera di Candalla a Lombrici, della quale si ha notizia agli inizi dell’Ottocento e di una successiva, costruita nel 1841, in territorio casolino in località al Felciaio. Sempre dagli inizi del XIX secolo, si assiste alla comparsa della produzione della polvere pirica, che fu una prerogativa del territorio di Casoli dove si costruirono i primi polverifici necessari per tale produzione. La scelta di questa area non fu casuale, poiché per la produzione della polvere pirica era necessario il carbone, risorsa che si poteva ricavare dalla legna prelevata dai boschi posti tra Casoli e Metato e che si trasformava in prodotto finito nelle apposite e numerose carbonaie. Tale indispensabile elemento di mescolava poi con il salnitro e lo zolfo che giungevano da Livorno e venivano traferiti con grande difficoltà a Casoli. Infine, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, alle varie produzioni si aggiunse anche quella della pasta alimentare che venne prodotta, a livello industriale, in uno dei più antichi pastifici della Versilia, costruito in località Molinaccio a Casoli nella seconda metà dell’ottocento.


 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
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