Gli stemmi dei Capitani di Giustizia a Palazzo Pretorio in Pietrasanta (Araldica II)

Data: 18-04-2009
Luogo: Querceta, Sala “Rodolfo Cope di Valromita”

Relatore: Luigi Santini, Giulio Galleni

Dopo il 1513, con l’avvento definitivo della Repubblica fiorentina seguito al Lodo di Leone X, la precedente amministrazione gestita, a seconda delle epoche, dai Vicàri lucchesi o genovesi, viene sostituita dai cosiddetti Capitani di Giustizia, termine con il quale in quel periodo si appellano – nelle "Enclavi" come Pietrasanta, Barga e Fivizzano – quelli che sono i Podestà nelle altre città toscane dominate da Firenze. Si tratta di nobili provenienti e di sicura fedeltà alla causa fiorentina che, a differenza di quelli che li hanno preceduti e in via eccezionale, accorpano più cariche nelle mani di una sola persona (diritto civile e penale, spesso anche competenza annonaria e sanitaria!) dovute principalmente alla seria difficoltà, difensiva e di ordine pubblico, dall’essere "circondate da Stati Alieni" (stranieri), unita spesso alla conformazione geografica di posizione strategico-militare predominante e fondamentale nell’equilibrio politico degli Stati del centro-Italia, in guerra fra di loro.A tutto ciò, si aggiungeva il continuo problema dei confini tra le comunità spesso in disaccordo fra di loro che, nel caso di quelle poste negli Stati confinanti (ducato di Massa, provincie estensi, repubblica di Lucca o Pisa) potevano divenire facilmente il pretesto per un’invasione della Toscana fiorentina. Il ricco corollario di stemmi – sia civici che nobiliari – di cui la città, centro amministrativo, si era già dotata (colonna e palla dei Da Pietrasanta, i Panìchi, i Tomei-Albiani ecc.), si arricchisce di nuovi emblemi araldici di ovvia derivazione fiorentina, a cominciare con il giglio rosso cittadino e le palle della dinastia dei Medici, mecenate degli artisti che, con la donazione delle cave fatta dalle Comunità di Seravezza e Cappella il 18 maggio 1515, fa pervenire in città grandi artisti, fra cui Donatello Benti, Gianbologna e Michelangelo Buonarroti, dando continuazione alla tradizione artistica cittadina, iniziata con la bottega dei pietrasantesi Riccomanni in epoca genovese, dell’enclave precedentemente gestita dal Banco di S. Giorgio (1437-1486). I relatori, dopo un breve accenno alla storia del palazzo pretorio, anticamente palazzo di città della famiglia lucchese degli Streghi, imparentati con il celebre condottiero Castruccio Castracani degli Antelminelli, illustreranno tutti gli stemmi di cui si fregia sia all’esterno che nell’interno, con un interessante excursus sulle vicende principali (guerre, pestilenze, ribellioni, passaggio di truppe ecc.), unito a varie delucidazioni sulle famiglie fiorentine più importanti (Martelli, Guicciardini, Alberti, ecc.).


 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
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