Il Ducato di Parma e Piacenza (1545-1859)

Data: 07-07-2012
Luogo: Le Mulina, Chiesa di San Rocco

Relatore: Renato BONUCCELLI

Il Ducato di Parma e Piacenza, creato nel 1545 da papa Paolo III Farnese in favore del figlio Pier Luigi, pur tra fatti di sangue, vendette, occupazioni militari, carestie e pestilenze, rimase alla famiglia per quasi due secoli. Quando nel 1731 l’ultimo duca Antonio morì senza lasciare figli, il Ducato passò a Carlo, primogenito di Elisabetta Farnese, sorella di Antonio, che aveva sposato Filippo V di Borbone-Spagna, vedovo con due figli. Il duca Carlo, appena sedicenne, giunse a Parma nel 1732, ma, trascorsi pochi mesi, andò alla conquista di nuove terre e, dopo aver tolto il Regno di Napoli agli Asburgo, dovette cedere loro il Ducato parmense per effetto dei preliminari di pace. Con il trattato di Aquisgrana del 1748 la regina Elisabetta riuscì però ad ottenere che il piccolo stato in cui era nata venisse assegnato al figlio cadetto Filippo. Il nuovo duca trovò un paese impoverito dalle vicende belliche e dalla mancanza di un governo efficiente: i Comuni erano indebitati, le terre coltivabili semi abbandonate e gli scambi delle scarse merci esistenti ostacolati da leggi antiquate. Fortunatamente don Filippo, tra i funzionari spagnoli che il governo di Madrid gli aveva affiancato, scelse come ministro Guillaume Léon Du Tillot. Grazie alla sua saggia opera riformatrice, l’avvento dei Borbone segnò per il Ducato un intenso risveglio culturale che gli altri Stati italiani non conobbero. A don Filippo, morto di vaiolo nel 1765, successe il figlio quattordicenne Ferdinando, che nei primi anni lasciò praticamente il potere nelle mani del Du Tillot. Ma il giovane duca, talora tormentato da scrupoli religiosi, non poteva condividere la politica di "assolutismo illuminato" del suo ministro e, nel 1771, dopo averlo destituito, lo obbligò a lasciare il Ducato. Con una certa abilità diplomatica don Ferdinando riuscì comunque a conservare integro il suo Stato fino al 1797, quando, nonostante avesse proclamato la sua neutralità, la Repubblica Cisalpina invase l’Oltrepò piacentino e parmigiano. Poco dopo fu spodestato da Napoleone Bonaparte in cambio dell’ex Granducato di Toscana, tolto ai Lorena e rinominato Regno d’Etruria. Il duca, tuttavia, non volle accettare l’accordo fatto alle sue spalle dall’imperatore francese e dal re spagnolo. Non lasciò Parma e rimase sotto la sorveglianza del ministro residente di Francia fino alla morte avvenuta nel 1802, secondo alcuni, dovuta ad avvelenamento. Nel 1808, gli Stati parmensi, ad esclusione di Guastalla, divennero parte integrante dell’Impero napoleonico e presero il nome di Dipartimento del Taro. Ma il 13 febbraio 1814 le truppe austriache occuparono Parma e i francesi abbandonarono definitivamente gli ex ducati borbonici. Nel 1815, lo Stato parmense, restaurato come Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, fu assegnato all’ex imperatrice Maria Luigia d’Asburgo. Alla sua morte, sarebbe ritornato ai Borbone che lo avevano retto fino al 1801 e che temporaneamente avevano ottenuto il Ducato di Lucca. Morta Maria Luigia nel 1847, Carlo Lodovico di Borbone, che dietro lauto compenso aveva retrocesso anticipatamente il Ducato lucchese al Granduca toscano, ritornò a Parma e Piacenza, ma non a Guastalla, che già nel 1843 aveva segretamente ceduto al Duca di Modena, ottenendo in cambio la Lunigiana. I movimenti insurrezionali del 1848 provocarono a Parma la creazione di un governo provvisorio, l’espulsione del duca e l’annessione al Piemonte. Ma presto seguì la restaurazione del sovrano ad opera delle truppe austriache. Le nuove rivolte del 1849 spinsero Carlo II ad abdicare in favore del figlio Carlo III, mentre le truppe piemontesi occuparono il Ducato. Di lì a poco però le armi austriache rimisero sul trono il duca. Quando nel 1854 Carlo III fu assassinato, essendo il nuovo duca Roberto I ancora bambino, la reggenza spettò alla madre Maria Luisa, che governò tra varie difficoltà fino allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza. Il 9 giugno 1859, la reggente fu però costretta a lasciare definitivamente Parma, mentre una commissione governativa preparava l’unione al Regno Piemontese, che fu sancita con il plebiscito del 1860.


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Il Ducato di Parma e Piacenza (1545-1859) Le Mulina di Stazzema

 (foto di Luigi Santini)
 (foto di Luigi Santini)
 (foto di Luigi Santini)

 

 

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