Memorie giovanili autografe e sconosciute di Vincenzo Santini. Diario di due pellegrinaggi ottocenteschi: da Seravezza a San Pellegrino in Alpe (agosto 1824) e da Pietrasanta a Roma (1825)

Data: 03-11-2007
Luogo: Seravezza, Palazzo Mediceo, Sala “Cosimo I”

Relatore: Giulio Galleni

Lo storico Vincenzo Santini annota minuziosamente gli eventi legati a due importanti viaggi che egli compie in gioventù: il primo per andare in Garfagnana, a San Pellegrino in Alpe; l’altro – che fatalmente cambierà la sua vita per sempre – a Roma nell’Anno Santo del 1825. Il viaggio a San Pellegrino in Alpe, nell’agosto del 1824, parte da Seravezza alla volta di Stazzema con sosta di preghiera al santuario della Madonna del Piastraio; quindi, attraverso il sentiero del Procinto, raggiunge Fornovolasco e, con passaggio al ponte sul Serchio, l’Eremo di Calomini prima di giungere a destinazione. Il viaggio a Roma parte da Pietrasanta per Viareggio, Pisa, Pontedera, Firenze, San Casciano Val di Pesa, Siena, Radicofani, Acquapendente, Viterbo, Ronciglione e, infine, la Porta Flaminia. Vincenzo Santini redige il racconto dei due viaggi in un manoscritto finora sconosciuto, la cui appassionante lettura ci permette di conoscere, nell’intimo, l’animo giovanile dello storiografo pietrasantese, permeato di sentimenti che si esaltano nell’amore per la Versilia, le Alpi Apuane, il paesaggio e la storia. Decisivo per la formazione umana e culturale dello scultore e del futuro autore dei Commentarii Versiliesi, è il viaggio verso la Città Eterna, perché le vicende romane lo porteranno - tramite la conoscenza della letteratura latina e la frequentazione dei luoghi santi del Cristianesimo - alla comprensione dell’arte, dell’archeologia e della storia; ed anche perché, a Roma, incontra i più grandi personaggi della scultura del tempo, fra cui l’impareggiabile Pietro Tenerani da Carrara; nonché gli archeologi Ippolito Rosellini, perfetto conoscitore delle antichità etrusche, ed Antonio Nibby, promotore di un nuovo approccio allo studio dell’archeologia basato sull’indagine comparativa. Con l’ausilio di immagini antiche e talora inedite, la conferenza mostra l’itinerario dei due pellegrinaggi che, secondo le necessità di quel tempo andato, si svolgono a piedi o per nave; e la narrazione si arricchisce di colpi di scena o di eventi anche insignificanti, ma che comunque sono descritti - in un realismo disarmante - con tonalità arcadiche il primo, compiuto attraverso le Alpi Apuane; con tonalità più improntate al romanticismo, di gran moda a quel tempo, il secondo, che si compì attraverso un’Italia ancora divisa in piccoli stati.


 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
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